Social?

All’ inizio le cose erano talmente nuove che per individuarle dovevamo indicarle con un dito. Poi imparammo ad associare i suoni che la nostra bocca emetteva alle cose, così potevamo indicarle senza neanche vederle. Era nata la cultura orale e con essa la figura del messaggero, il mezzo per la comunicazione a distanza.

 

Per conservare le informazioni nel tempo non c’ era che la memoria e per memorizzare si ricorreva a brevi frasi ripetute molte volte o si usava la forma del racconto. Proverbi e ‘cunti sono giunti fino ai nostri giorni.
Della memoria ci si può fidare solo se sono in molti a condividerla e non è adatta a conservare lunghi elenchi. Così quando si dovette tenere traccia del sovrappiù prodotto dalle fertili terre del Nilo ricorremmo ai simboli. Se ad ogni suono associamo un simbolo la scrittura diventa custode della memoria.

Era nata la cultura manoscritta o chirografica.

Platone era molto scettico verso questo mezzo. Nel fedro racconta la presentazione della scrittura al re Thamus. L’ inventore dice che l’ invenzione è come un farmaco per la memoria. Il re ribatte che è esattamente il contrario, abituandosi a ricordare per mezzo di simboli esterni gli uomini perderanno l’abitudine di tenere dentro le cose e si avrà un impoverimento delle anime.

Per Platone la scrittura serve a chi già sa, chi deve imparare deve sempre ricorrere alla oralità del Maestro.

La cultura chirografica si è evoluta nella cultura tipografica ad opera di Gutenberg mantenendo le caratteristiche fondamentali: declino della memoria, spazio alla lettura e, soprattutto, pensiero analitico.

l’invenzione della scrittura rappresenta un nuovo stadio nell’ applicazione dell’intelligenza ragionante. Basti pensare a quella branca della logica formale che è la matematica che ha reso possibile affrontare problemi con molte variabili lontani dalle possibilità delle parole, e che ha reso possibile leggere il libro della natura che è scritto in linguaggio matematico (Galilei)

Quando il predominio della scrittura sembrava garantito è arrivato il broadcasting, la trasmissione a distanza a milioni di utenti della parola prima e delle immagini poi. La diffusione della radio e della televisione ha riportato in auge la cultura orale. Messaggi brevi, ripetuti innumerevoli volte forgiano le menti e le abitudini di interi popoli. Una patente per la televisione, reclamava Popper, filosofo della scienza e della società aperta.
Per fortuna è arrivato in soccorso l’ipertesto. L’ipertesto, pezzi di testo collegati e trasmissibili su computer collegati attraverso una rete che si sviluppa come una ragnatela mondiale, il web, ha riportato in auge la cultura tipografica.
Espressione peculiare del primo web (l’ipertesto) sono stati i BLOG o diari sul web.
Il blog, all’inizio uno strumento personale, una raccolta di pensieri e riflessioni spesso tematici, sono diventati molto popolari. Il più famoso, quello di Arianna Huffinghton è stato venduto per molti milioni di dollari, in Italia il blog di Beppe Grillo è protagonista di un movimento politico che ha contribuito a creare.
I blog seri hanno sempre un responsabile chiaro e, caratteristica irrinunciabile, permettono commenti.
I commenti approfondiscono la discussione ma smascherano anche errori e falsità. Non sono mancati spazi anonimi che hanno raccolto la protesta, la rabbia e,a volte, anche insulti e diffamazioni. Fa parte del gioco.
I blog, protagonisti del primo web, sono stati soppiantati( nell’era del web2, quello dei video) dai social network che mettono in collegamento milioni di persone. I singoli blog sono collegati ad essi, alimentandoli.
Facebook, nato per mettere in contatto vecchi amici di scuola, ha finito per essere la piazza virtuale ideale. Spazio personale, gruppi, pagine, giochi … c’è tutto. C’è chi si alza e scrive buongiorno, dove va, cosa mangia, fino alla buonanotte.

Twitter, nato per rispondere alla semplice domanda dove sei? Ed organizzato in gruppi in modo che ognuno del gruppo sapesse cosa facevano gli altri, è diventato la principale agenzia di stampa. Tutti i Big scrivono brevi messaggi (fino a 140 caratteri, i tweets) per comunicare ai followers ed al resto del mondo il proprio pensiero. Poi c’è linkedin che crea reti professionali etc etc.
Gli  spazi personali sono diventati proprietà di un pugno di società multinazionali che controllano, di fatto, il web. Il Grande Fratello realizzato.

E questo dovrebbe essere SOCIALE? Scrivere su un pc, tablet o telefonino in ogni momento potrà mai sostituire l’agorà?

Lo ha fatto. E quel che è peggio, qui a Carinola neanche le piazze virtuali sono frequentate.

Così molti anni dopo che Claude Shannon ha formulato la sua teoria matematica dell’informazione, in cui spiega le regole della codifica per un processo di comunicazione efficiente tra una sorgente ed una destinazione e Harold Lasswell ha formalizzato la sua analisi della propaganda: Chi dice Cosa attraverso quale Canale a Chi con quale Effetto, ci ritroviamo senza destinatario e, quindi, senza effetti.

Non ci resta che parlare alla luna: questo è il primo ululato.