PERCHE’ FACCIAMO POLITICA

Se chiedete in giro perché la gente fa politica è facile che vi rispondano: “per farsi i fatti suoi”.Filosoficamente parlando farsi i fatti suoi, cioè perseguire i propri interessi non è necessariamente immorale. Anche perseguire interessi ideali è egoismo, e l’uomo senza interessi è da sempre bollato come nullità. L’accidia: inerzia, indolenza dovuta a noia, è uno dei sette peccati capitali.

Il senso comune però attribuisce alla frase più un senso materiale riproponendo il mito dell’uomo “egoista razionale” tanto caro agli economisti. Perché questo egoista razionale dovrebbe collaborare con altri? Mettersi d’accordo con gli altri è faticoso, richiede fiducia  e spesso conduce a risultati non ottimali.

La fiducia, appunto, è difficile da tenere quanto più è grande il numero di persone che dovrebbero collaborare. Anche ammettendo che tutti siano buoni ci sono sempre delle persone che non possono o non ritengono giusto il livello di impegno richiesto.

La difficoltà della cooperazione è illustrata da ciò che accade nel villaggio di Palampur, in India, reso famoso da Samuel Bowles nel suo “Microeconomia”. Il villaggio è poverissimo ed una delle cause è che seminano il terreno sempre più tardi rispetto al periodo ottimale. Ognuno aspetta che sia un altro a cominciare per evitare che gli uccelli mangino le sementi. Alla fine tutti seminano al limite del tempo ed il raccolto è scarso. Un occidentale chiede perchè non si accordano a seminare tutti prima e la risposta arriva lapidaria: ” Se sapessimo come accordarci non saremmo poveri“.

Il danno della non cooperazione (mancanza di fiducia) lo spiega il dilemma del prigioniero. Due persone sono sospettate di rapina. La polizia li ferma e li separa. La pena prevista per il reato è di otto anni ma non esistono prove. La polizia fa ad ognuno, separatamente, la proposta di uno sconto di pena a soli due anni se confessa. Le possibilità per ognuno, quindi, sono: 0 anni se tace e tace anche l’altro, 2 anni se confessa ma non lo fa l’altro, otto anni se non confessa ma lo fa l’altro. L’egoista razionale minimizza il rischio atteso (speranza matematica) e la scelta più razionale (detta anche equilibrio di Nash nella teoria dei giochi) è confessare. La scelta razionale, però, non è ottimale, se fossero d’accordo, infatti, uscirebbero liberi senza confessare.

Questo giochetto ha portato qualche studioso ad asserire che tutta la scienza politica verte su come superare il dilemma del prigioniero.

L’economica ha superato il problema mostrando che gli individui non collaborano: scambiano perchè lo scambio conviene sempre. L’insieme degli scambi crea il mercato, la “mano invisibile”, che conduce ad una situazione ottimale in termini di efficienza. L’efficienza ottima, o ottimo Paretiano, è uno strano ottimo: può essere un ottimo decisamente disgustevole (A. Sen). Infatti parte dal principio che le utilità dei singoli non sono comparabili pertanto togliere 1000 euro a Berlusconi per darli alla nonnina pensionata non significa migliorare. Migliorare significa solo dare qualcosa a qualcuno senza che nessun altro ci perda.

Anche se a volte disgustevole il risultato, bisogna ammettere che se accettiamo di togliere ad uno per darlo ad altri migliori qualcosa, abbiamo il problema di chiarire chi decide cosa, quando e a chi togliere e dare. Se si decide a maggioranza due persone migliorano sempre la posizione se si dividono i beni del terzo, anche se il terzo è il più povero dei tre! Se si decide all’unanimità nessuno cederà mai niente!

Il paradigma dell’egoista-razionale è stato adottato anche dalla scuola politologica della Public Choice che applica metodi analitici dell’economica alla politica. Qual è, secondo questa scuola, la spiegazione alla domanda principale: perchè dovrenmmo cooperare? La dobbiamo a Mancur Olson ed è basata sui beni pubblici.

Un bene pubblico puro (Samuelsoniano) ha due caratteristiche: non rivalità e non escludibilità. Non rivalità significa che il consumo di uno non pregiudica il consumo agli altri, per esempio in un parco o al mare ci possono andare tutti. Non escludibilità significa che una volta prodotto dal bene non si può escludere alcuno senza costi aggiuntivi, infatti impedire a qualcuno di andare al parco necessita di un controllo degli accessi e quindi di un costo.

Essendo i beni pubblici necessari come quelli privati se non sono prodotti a sufficienza dobbiamo collaborare a produrre quel tanto in più che serve. In base a quale logica? Economica, naturalmente. Cioè parteciperemo alla produzione finché il beneficio (marginale) che ne ricaviamo eguaglia il costo (marginale). Nonostante la convenienza a partecipare, rubare è più conveniente, per cui ci sarà sempre qualcuno che non vuole contribuire, e la paura che qualcuno faccia il furbo indebolisce la determinazione di tutti, perciò bisogna organizzare un potere coercitivo, lo Stato, che obblighi tutti a partecipare (tesi di Hobbes)

Per evitare i furbi (free riders) che godono del bene senza contribuire, oggi i beni pubblici vengono prodotti principalmente dallo Stato, in tutte le sue declinazioni, che impone le tasse (partecipazione obbligatoria)

Tutti quelli interessati ad un particolare bene costituiscono un “Gruppo di Interesse” che concorre alla gestione della Res-Publica, per partecipare alle decisioni sui beni pubblici da produrre. beni Pubblici sono anche i “valori” quali la giustizia, più o meni immigrati, più o meno droga o aborti e così via.

Insomma, se vuoi che siano costruite strade o parchi che siano utili a te ed alla tua comunità, o se vuoi un mondo più giusto, o vuoi depuratori nella tua zona devi fare politica, se non lo fai contribuisci lo stesso attraverso le tasse e lasci ad altri decidere quali valori (beni pubblici) produrre.

Per esempio io vorrei un mercato più fornito, un percorso turistico, una zona industriale eccetera e, dato che non c’è, devo mettermi in politica per tentare di realizzarli. Ma, prima, devo costituire un gruppo di interesse e valutare se il beneficio atteso vale il costo relativo (comprensivo di offese e calunnie).

E questa è la parte buona, quella cattiva alla prossima puntata (forse). Come anticipo faccio notare che stipendi, indennità, rimborsi e mazzette non sono beni pubblici e non dovrebbero costituire motivazione politica neanche per gli egoisti razionali.