EURO, USCIRE O NO?

Uno sguardo verso il cielo. Ogni tanto ci vuole perciò voglio parlare dell’euro e dei suoi nemici.

L’euro è una monete ‘antipatica’ ha sconvolto il nostro piccolo mondo con tante monetine a cui non eravamo abituati e che non valgono nulla almeno fino ai 10 centesimi con cui ti compri una caramella o un sacchetto della spesa.

Ha sconvolto la vita pratica specie nei consumi non indispensabili: bibite, gelati, sigarette sono ridiventati un lusso come il ristorante, ma anche la spesa quotidiana non scherza. È tutto sbagliato?

Ripartiamo dall’inizio.

Perché l’euro. Perché uno spazio comune con libera circolazione di merci e di capitali è incompatibile con i cambi flessibili ed i cambi fissi sono incompatibili con l’autonomia monetaria (trio inconciliabile) quindi l’euro lega i tre pilastri dell’unione europea.

Perché 1936,27. Perché al momento della sua costruzione si sono “congelati” i cambi in vigore. Per esempio un marco valeva circa 990 lire ed è stato convertito a 1,95 in modo che il rapporto lira/marco è rimasto uguale. Si poteva fare diversamente? Certo, io avrei auspicato un cambio pari alla PPA parità dei poteri di acquisto, un euro avrebbe dovuto comprare in ogni paese la stessa quantità di merci e la PPA marco lire era circa 700 quasi il 30% in meno ma ammetto che sarebbe stato un bel regalo ai paesi più deboli e qui entra in gioco il potere. Il diritto internazionale, nella sua essenza, è ancora un diritto primitivo dove la legge del più forte è stata mitigata solo parzialmente e qui si è visto in azione.

Un cambio a circa 1500 lire per un euro avrebbe cambiato molto la situazione degli italiani. Uno stipendio da due milioni sarebbe diventato 1330 euro invece di 1000 circa ed anche la trasformazione 1000 lire un euro che c’è stata nelle piccole cose sarebbe stata meno traumatica.

Gli effetti sul debito pubblico sarebbero stati praticamente nulli perché quello che conta è il rapporto debito/PIL e usando lo stesso fattore di conversione il risultato non cambia.

L’euro ci ha tolto la possibilità di manovrare la moneta, quella di manovrare la spesa pubblica era stata già molto limitata dai parametri di Maastricht: 3% di deficit e 60% del rapporto debito/PIL (che non abbiamo mai rispettato, infatti era oltre circa 100 già al momento dell’ingresso).

Governi che non possono manovrare scalpitano ma prima di credere che questo sia necessariamente un danno voglio ricordare le due rivoluzioni teoriche che hanno cambiato la scienza economica del 900, le aspettative razionali e l’incoerenza temporale.

  • Se le politiche sono note gli operatori cambiano il loro comportamento fino a neutralizzarle.
  • Il tempo che passa tra l’annuncio delle politiche e la loro applicazione fa sì che le condizioni siano cambiate e le stesse politiche non siano più adeguate.

Queste due scoperte hanno messo in luce l’impossibilità per i governi di risolvere con facilità i problemi economici.  Il governo non può fare ricco un paese semplicemente stampando moneta o indebitandosi, ci vuole ben altro come creare le condizioni buone per investire(ordine pubblico e sicurezza, giustizia efficiente, buone infrastrutture e procedimenti snelli, ricerca etc) e questo il governo lo può fare anche senza uscire dall’Euro.

Le politiche monetarie sono come la droga al pronto soccorso, indispensabile quando arriva un paziente incidentato ma non possono evitare gli interventi chirurgici, non solo, troppa moneta fa solo il gioco degli speculatori che non trovando impieghi finanziari fruttiferi comprano attività reali, aziende, palazzi e terreni che dopo la crisi aumenteranno molto il loro valore agevolando quel processo di concentrazione della ricchezza che sta disgustando il mondo.